Povero Piero, pelle di sacco e morte di fuoco

“Povero Piero” si chiama il fantoccio che il carnevale trezzese brucia nuovamente dal 1976, purgata ogni malizia anticlericale del passato. Accendendo una luce nel buio, il paganeggiante rogo invitava la primavera a tornare vittoriosamente dopo l’inverno: pire simili ardevano propizie … Continua

Censo, il Settecento in tasca ai Trezzesi

Censo, ristori fiscali, diritti di pesca e mulino: l’economia settecentesca nel caso di Trezzo Censo lungo l’Adda. Nel 1770 i Trezzesi sono 1753, di cui 822 donne adulte. Abitano nelle 109 case del paese o nelle 14 sparse in campagna, … Continua

Baghetti espone “il mio fiume, quello cui appartengo”

Sabato 23 giugno 2018 alle 16.00, presso il villino del Castello Visconteo di Trezzo, Giuseppe Baghetti (1936) inaugura la mostra “Intorno all’Adda“: prima personale dell’artista artigiano, che canta le umili glorie del fiume. Dal 24 giugno al 1° luglio l’esposizione, … Continua

Genealogia Lancrò, dalla spada alla pacifica bottega

Dalla piazzaforte di Lodi al rione trezzese Valverde, la genealogia Lancrò esprime soldati, sarti, osti, tessitori, falegnami, cenciajoli e calzolai: tra spade di guerra e pacifiche botteghe, variazioni genealogiche su un cognome d’origine francese. Il 19 aprile 1731, con l’intervento … Continua

Breve storia della calunnia

Il pettegolezzo è la letteratura più frequentata dai paesi, anche quando diventano città. Brevi storie contro la calunnia, arte lunga dal dire biforcuto: le rime in difesa dello zio, “le malelingue delle donacce”, la storia dell’asino, l’assalto delle donne alla … Continua

Quando Trezzo lasciò l’aratro per il telaio

Trezzo, da borgo rurale scarsamente irrigato a snodo tranviario, idroelettrico e industriale: la conversione che cambiò il secolo e le giornate, la postura del lavoro, dieta e cartella clinica dei contadini convertiti all’industria. I Celti chiamano «Trecc» il promontorio sull’Adda che … Continua

Famiglia Colnago, i passi negli zoccoli

Dal 1900 i Colnago intagliano zoccoli nell’ontano di Toscana, ricavando artistiche tomaie dal velluto Legler di Ponte San Pietro, finché i contadini non passano da quelle calzature alle scarpe, esposte in vetrina. Aveva già inciso «Villa Paradiso» sulla nuova casa … Continua

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