Don Enrico Rizzoli: un cartiglio dietro il suo ottocentesco ritratto ne rivela il volto. Direttore Generale della Congregazione del Preziosissimo Sangue, fu sacerdote e teologo.

Le parole e il volto di Enrico Rizzoli. Un amico, insegnante milanese di Storia dell’Arte, mi ha inviato in scatto il cartiglio incollato sul retro di un ritratto ottocentesco: recente acquisto presso un antiquario cittadino. La dicitura può essere così sciolta: «Magistro Dottor Enrico de’ Rizzoli, canonico, teologo, consultore dell’Indice generale dei Missionari del Preziosissimo Sangue».

Questa società religiosa, i cui membri sono anche detti «Bufalini», fu promossa da San Gaspare del Bufalo (1786-1837) e Francesco Albertini (1770-1819) per propagare la devozione al Sangue di Cristo. I missionari dell’ordine si distinguono per il vistoso crocefisso che recano sempre sopra la veste talare. Ho interpellato Don Michele Colagiovanni, storico dell’Ordine, per avere migliore contezza sulla biografia di Don Enrico Rizzoli; così da poter datare anche il ritratto. Don Michele mi ha risposto nella più competente cortesia.

Don Enrico Rizzoli, la biografia
Don Enrico Rizzoli, Missionario, nacque a Cavalese (TN) il 16 gennaio 1815 e morì a Tinzano in Tirolo il 22 settembre 1884. Così l’uomo si presenta al tribunale ecclesiastico per testimoniare circa il venerabile Giovanni Merlini, candidato agli altari: «Nativo di Cavalese, Diocesi di Trento, figlio del fu avvocato Paolo e della fu Caterina Elena, Sacerdote e Direttore Generale della Congregazione del Preziosissimo Sangue, Consultore della Sacra Congregazione dell’Indice, Canonico onorario della Basilica di Loreto e della Metropolitana di Camerino, Dottore in Teologia ed Esaminatore Sinodale della Diocesi di Loreto. Vivo colle mie proprie rendite [e] della Congregazione suddetta». (Summarium Merlini, p 343. Profilo in Bollettino del Centenario, numero speciale. Ristampato insieme ai Brevi cenni sulla vita e le virtù…).

Aggiunge Don Colagiovanni come l’Ordine conservi due altri ritratti di Enrico Rizzoli, ma eseguiti in età più avanzata. E conclude in una nota quasi sorridente: «Egli entrò nel nostro Istituto nel 1860-61 e fu assegnato come aiutante del procuratore generale della Congregazione Don Beniamino Romani (1800-1874). Vedendo che la sua carriera non procedeva, partito per un periodo di ferie in patria, tardava oltre ogni limite a rientrare. Quando poi il procuratore generale gli fece sapere che gli avrebbe ceduto l’incarico, essendo ormai molto anziano e infermo, rientrò. Questo afferma il suo antagonista, che si chiamava Don Vincenzo Gasdia (1829-1886), il quale tuttavia gli riconosce molte qualità di mente».

1 Responses
Annick Paternoster
Grazie tantissime davvero, sono una studiosa di galatei e manuali di etichetta dell’Ottocento e sono molto felice di avere scoperto questo ritratto e il dati biografici per Enrico Rizzoli che conosco come autore di un bellissimo e divertente galateo del 1845, ‘Degli offici di gentilezza convenienti agli ecclesiastici nei loro vari rapporti’, pubblicato a Trento, con una ristampa a Brescia e una seconda edizione ampliata pubblicata a Roma. Sto preparando un articolo sulla storia della gentilezza in cui cito ampiamente dal suo galateo, che definisce la cortesia a partire dall’amore per il prossimo e la gentilezza.