La genealogia Viganò ha tre vertici: Novate Brianza, Pozzo e Basiano. A innesco del primo trasferimento, nel 1720, un ricovero nell’ospizio milanese di San Vincenzo.
Tra molte altre famiglie, anche la genealogia Viganò eleva a cognome il toponimo della propria remota provenienza. E’ eccessiva la lezione per cui sarebbero ebree tutte le discendenze che, come questa, portino un cognome geografico. La genealogie ha più eccezioni che regola e il nodo del cognome va sciolto, sempre interpretando il singolo caso. Flussi migratori, persecuzioni religiose, rotte commerciali, obbedienze in clientela a casati illustri possono diversamente giustificare il nome di una città divenuto cognome.
La genealogia Viganò allo studio conta almeno tre vertici: Novate Brianza, dove la famiglia insiste lungo il Seicento; Pozzo d’Adda, terra d’arrivo attorno al 1720 e la cascina Monastero presso Basiano, dove dal 1761 il cognome si trapianta in ampia discendenza. A innescare il primo trasferimento da Novate a Pozzo sussiste un movente sentimentale oltre che economico. Carlo Viganò lascia alle spalle la tomba della moglie Vittoria Panzeri, da poco morta all’ospedale milanese di San Vincenzo in Prato.
La genealogia Viganò e la storia della follia. Dal 1508 l’ente accoglieva quanti «de cervello manchino, sive sono furiosi» insieme a «fatui» e malati di morbo sacro: l’epilessia (cfr. L. Panzeri, Da San Vincenzo in Prato a Mombello: l’evoluzione del sistema manicomiale a Milano in Follia, psichiatria e società, Milano Franco Angeli 1982, pp. 119-130). Nel 1708 Maria Teresa d’Austria decise la soppressione dell’ospizio a vantaggio di una nuova struttura milanese: la Pia Casa della Senavra cui dal 1865 succedette il più noto manicomio provinciale di Mombello. All’epoca della chiusura, San Vincenzo non contava nemmeno cento internati, tra cui Vittoria Panzeri; moglie di Carlo Viganò.
Non ci rimane indizio di quale fosse il suo male. Il concetto di normalità ha del resto un’evoluzione storica (cfr. Michel Foucault, Storia della Follia nell’età classica): esuberanze oggi tollerate potevano un tempo riuscire imperdonabili. Resta che, spesso, le famiglie che abbiano sofferto un internamento trovano frequente sollievo nel trasferirsi in altra città se ce ne sono le condizioni economiche. Così la genealogia Viganò, che si colloca in breve nella rete matrimoniale dei cognomi pozzesi. Anche il vedovo Carlo torna all’altare: con una vedova, come è quasi norma. Morirà ottantenne a Basiano presso cascina Monastero, soppresso chiostro dei Frati Conventuali Minori di San Francesco.
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