Attorno al 1610 la genealogia Borromeo giunge a Cornate d’Adda da un’ignota partenza: sacerdoti, levatrici, contadini. Nella loro vicenda l’umile eco di un’illustre casato.
La famiglia Borromeo radica a Cornate d’Adda dal primo Seicento, mancando nello stato d’anime stilato in paese il 3 novembre 1595 (Archivio Storico Diocesano, Visite Pastorali, Pieve di Trezzo, volume 15). Negli anni successivi al censimento, portano quel cognome sia un prete Borromeo (la cui madre muore ottantenne nel borgo il 28 aprile 1630) sia l’ostetrica Angela Borromeo (morta settantacinquenne il 28 agosto 1650). Le dignità degli incarichi sembra testimoniare per l’alta levatura dei due, cui si aggiunge terzo Pietro Borromeo, unico capostipite da cui una genealogia Borromeo prende il cognome a Cornate. Resta suggestiva ma senza documenti a conforto l’ipotesi di una prossimità con l’illustre casato dei due arcivescovi milanesi: Carlo e Federico Borromeo, che tanto sono rimasti impressi nella memoria collettiva, non solo lombarda.
Solo al 27 febbraio 1634 si registra un matrimonio di diversa paternità: quello di Isabella Borromeo fu Luigi con Lodovico Brambilla fu Tommaso; difficilmente ricnoducibile però alla famiglia seguita dall’indagine. Pietro migra a Cornate da ignota provenienza, portando in paese una figliolanza poi ben collocata nell’economia dei matrimoni locali. Il suo nome, insieme a quello di “Domenico”, è il più frequente nella discendenza cornatese dei Borromeo.
Dalla metà del Settecento, quanto la comunità conta circa 720 anime, la famiglia prende l’uso di sposare fuori Cornate o forestiere che qui siano residenti.Questo sposta progressivamente il baricentro del casato su altri paesi; specie Vaprio, Trezzo e Grezzago. L’ultimo domicilio cornatese accertato, per la famiglia, è la cascina dei Preti.
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