Al servizio dei conti Annoni, la genealogia Villa migra nel Settecento dalla città al contado, lasciando fuori Milano Cascina Annoni “presso il Ponte di Seveso” per Cascina Bergamina in Verderio Inferiore; un secolo dopo, la stirpe del capostipite Dionigi Villa ramifica alla roncellese Cascina del Gallo.
Se le occasioni lavorative inurbano frequenti cognomi dal contado alla città, la genealogia Villa procede «in direzione ostinata e contraria», migrando dal centro alla periferia. Vedovo della prima moglie Carla Colombo (1685-1715), Dionigi Villa risiede infatti presso la parrocchia milanese di San Bartolomeo, i cui archivi sono aggregati dal 1861 (anno della demolizione) a San Francesco di Paola. Dal grembo della seconda sposa, Maria Colombo fu Domenico (1691-1767), Dionigi solleva dieci figli, tre dei quali ammogliati a Verderio Inferiore (parrocchia autonoma dal 1778).
Da Cascina Annoni, sotto la parrocchia di San Bartolomeo ma vicino a quella di San Martino in Greco, «presso il Ponte di Seveso» (così recita l’atto di morte di Maria Colombo), la famiglia trasloca alla Cascina Bergamina: rurale proprietà in Verderio degli stessi conti Annoni (passata Gnecchi Ruscone e poi Roveda). La fedeltà a questo casato triangola, dal suburbio alle campagne, la migrazione Villa tre volte sancita dalle nozze celebrate in provincia.
Se il viatico Annoni media questo trasferimento, gli atti non riferiscono l’originaria provenienza di Dionigi. Costui impalma entrambe le consorti Colombo, probabili sorelle, nella loro parrocchia natia, che non è quella milanese della Santissima Trinità, sebbene nel 1729 ne giunga Antonio Maria Colombo, compadre del battezzato Carlo Giuseppe figlio di Dionigi Villa (ringrazio della verifica il parroco don Mario Longo).
Agli altri nati del capostipite, padrini e madrine sono spesso parrocchiani da San Martino in Greco, dove Dionigi intrattiene rapporti più probabilmente sociali che di parentela, non emergendo là alcun indizio archivistico circa la sua biografia.
L’unico appiglio ai libri sacramentali consultati presso Greco, dove il cognome non ha alcuna diffusione, è il matrimonio di un Dionigi Villa di Giovanni Battista da Turro, che il 18 dicembre 1697 impalma Caterina Cassago: lo sposo non dà traccia anagrafica di sé in Greco prima o dopo quella data. Resta così socchiusa l’ipotesi che questo Dionigi non sia soltanto omonimo di quello attestato in San Bartolomeo ma suo parente; se non la medesima persona, benché questo interporrebbe ben 35 anni tra il primo matrimonio del Villa e il suo ultimo nato da terze nozze.
A Verderio, la sorte matrimoniale dei fratelli Villa fu Dionigi conferma il loro profilo cittadino. Carlo Giuseppe (1729-1801) e, in secondo voti, Antonio Maria (1732) sposano le sorelle Annunciata e Teresa Origo fu Innocente: cognome brianzolo tutt’altro che oscuro. Il terzo prolifico fratello, Giovanni Domenico Biagio (1723), condivide il domicilio alla Bergamina col primo, Carlo Giuseppe. Costui viene censito sarto nel 1770 (AsMi, Atti di Governo, Censo Parte Antica, 2205 – Verderio Inferiore); raduna 16 pertiche di proprietà agricola e, tra 1755 e 1760, assume la carica di sindaco della comunità.
Dei nove figli di Carlo Giuseppe Villa, inoltre, l’operaio Innocente Domenico (1755-1826) è deputato per la tassa personale tra 1775 e 1777; Modesto Macario (1752) risulta tessitore di tela e fustagni a contorno dell’attività paterna. All’altare di Ronco Briantino, Modesto bacia Maria Barbara Garghentino fu Giorgio (1762-1817). Perpetua così la tradizione dei matrimoni Villa fuori dal luogo di residenza. Le doti nuziali risuonano come moneta di scambio: sposando oltre i propri confini, il paese esce da se stesso e allaccia nuovi rapporti tra clan.
Giovanni Battista Luigi (1780-1837 ca.) è l’unico erede di Modesto a ramificare la genealogia Villa in Roncello (parrocchia autonoma dal 1883, già nella cura di Busnago), mettendo radici a Cascina del Gallo coi tre figli: Giovanni Domenico Ferdinando (1812-1851), marito di Carolina Cagliani da Porto d’Adda; Ambrogio Domenico (1815-1872), marito di Giovanna Ronchi da Ruginello; Carlo Pasquale (1808-1870), marito di Rosa Crespi, lei pure nata fuori Roncello. Se tre fratelli Villa migrano un secolo prima da Milano a Verderio, altrettanti sono i figli di Giovanni Battista incamminati da Cascina Bergamina a Cascina del Gallo; senza sapere che alcuni di quei passi sono addii.
Le tre rispettive discendenze propagano il cognome a Roncello: figlio tristemente orfano a soli sette anni, per la morte di Ferdinando Villa, Angelo Salvatore è felice padre di undici nati. Sua moglie Angela Ronco fu Cristoforo proviene da Cascina Rossino in Ornago; e le compilazioni parrocchiali manomettono spesso in «Ronchi» il suo cognome, altrimenti forestiero. Tra gli eredi della coppia, Adolfo Paolo (1880) e Mosè Noè (1895) sposano le sorelle Colombo: Amalia Stella detta “Emilia” (1887) e Teresa Rosa (1895); raddoppiano così il nodo con la famiglia delle spose, originaria di Masate. Ne sortisce una laboriosa discendenza di operai, muratori e contadini al decollo dell’economia novecentesca, spostando una volta di più la genealogia Villa verso Monza, Trezzo e il futuro.
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I documenti in riproduzione sono tratti dai duplicati dei libri sacramentali presso l’Archivio Storico Diocesano di Milano, se successivi al 1770 (ringrazio Alex Valota e mons. Bruno Bosatra); quelli precedenti tale data (Verderio, San Bartolomeo presso San Francesco di Paola, San Martino in Greco) provengono invece dal fondo anagrafico dei rispettivi Archivi Parrocchiali (ringrazio i reverendi Parroci e gli addetti Erik Viganò, Alberto Zucco e Maria Valsecchi). Ringrazio inoltre Don Stefano Strada, Parroco di Busnago, per la consultazione aggiunta presso quell’Archivio Parrocchiale.
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