Scienza e Carità: Padre Teresio Raiteri resse la Provincia Carmelitana di San Carlo Borromeo; fu due volte priore del santuario della “Divina Maternità” a Concesa di Trezzo sull’Adda, insegnò pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore in Brescia. Il suo sapere aveva le mani giunte nella preghiera.
«Da bambino ero tanto vivace che la vocazione giunse inaspettata ai miei genitori, e persino a me – raccontava Padre Teresio Raiteri, nato il 17 aprile 1940 a Castelletto Monferrato (Alessandria) – sono figlio di operai e nipote di contadini ma ebbi allora la fortuna di frequentare i “nobili” del mio paesello, e il loro discutere mi appassionava: il loro sapere».
Proprio sapere e vocazione hanno intrecciato i 67 anni che il sacerdote ha portato nella morte il 15 gennaio 2008. Entrò dodicenne nel chiostro carmelitano di Cherasco (Cuneo), dove già aveva studiato l’ottimo Padre Gerardo Bongioanni, suo confratello. Poseguì il noviziato a Concesa di Trezzo sull’Adda, del cui chiostro fu poi priore. Gli furono allora rettori spirituali Damiano Lodini e Serafino Rurale, che lo svegliavano per pregare persino a mezzanotte. Fece nel 1957 la professione di fede, di cui celebrò il cinquantesimo il 15 ottobre 2007.
Inseguì lo studio a Piacanza e Roma, dove conseguì la libera docenza in teologia, ma si laureò anche in filosofia presso l’Università Cattolica di Milano. Lo fece nel 1971, armando una tesi sull’educazione alla libertà nei neopositivisti. Vinse poi un concorso per specializzarsi in pedagogia, e non ne ebbe la cattedra solo per le rare pubblicazioni che aveva firmato. Ai libri lo rapirono allora i nove anni in cui venne eletto Padre Provinciale, i tre durante i quali fu maestro dei novizi e i sei di parroco a Legnano.
Da altrettanti, sommando i due mandati di cui stava compiendo il secondo, Raiteri era priore del convento concesino della “Divina Maternità” lungo il naviglio Martesana a Trezzo sull’Adda. Lo ristrutturò, aprendolo a casa di preghiera, quand’era Provinciale; e in questa carica promosse anche l’infermeria di Legano, per i Padri più anziani, e lo studentato di Milano. Avviò la missione carmelitana in Camerun e assisté i monasteri di Aosta e Sopramoggio. Dal 1991 era professore di pedagogia a contratto presso la Cattolica bresciana. La sua voce si alzava ascoltata a sinodi diocesani e convegni persino in Giappone. «Ma io non sono niente – interrompeva chi volesse chiedergli oltre – l’importante è l’Ordine, il Carmelo che matura la grazia battesimale fino ad una nuova mistica, in cui Dio si fa conoscere senza distanze».
Lo affascinava la grandezza cui l’educazione umana e la divina grazia possono portare l’uomo. «Ora che il mio mandato di priore è quasi concluso – confidava nell’ottobre 2007 – vorrei essere solo un frate. Dedicarmi allo studio e alla preghiera». Gli è stato concesso Altro.
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