Riordinata nel 2014 presso la civica biblioteca “Alessandro Manzoni”, la Quadreria Crivelli di Trezzo sull’Adda (qui per le visite guidate) restituisce il gusto del collezionista e patriota Vitaliano Crivelli: disobbediente etico ed estetico, avversando l’impero Austro-Ungarico e il Romanticismo imperante. Nell’autunno 2016 la Regione Lombardia ha contribuito alla promozione della raccolta d’arte trezzese, cui è dedicato questo video introduttivo. Grazie al Comune di Trezzo sull’Adda e a Magda Bettini, direttrice della Quadreria, l’ispirato montaggio di Walter Carrera e la risonante voce di Davide Grioni hanno dato intensità e visione al testo che ripropongo qui. L’artista Agostino Comerio prende la parola per onorare il nobile amico Vitaliano Crivelli.
«Sono Agostino Comerio, pittore. Il nobile Vitaliano, dei Crivelli marchesi di Agliate, mi commissionò gli affreschi della cupola nel tempio civico di San Sebastiano, a Milano; collezionò le mie opere e compose il mio necrologio. Ora tocca a me ritrarre Crivelli: e i miei colori saranno le parole.
Vitaliano nasce a Milano in via Pontaccio nel 1806, figlio del marchese Enea e di Eleonora Bentivoglio. Il cognome Crivelli è tanto antico che un suo antenato papa lo portava già nel XII secolo: Urbano III, avversario di Federico Barbarossa. Sullo stemma, la famiglia vanta un cribellum: il setaccio in cui, secondo la leggenda, una vestale romana avrebbe attinto acqua dal Tevere.
Dei Crivelli, Vitaliano è il rampollo disobbediente. Porta barba, capelli e soprabito lunghi. Alla moda del Romanticismo preferisce l’arte classica. Contraria la famiglia, quando sposa Marianna Castaldini, non nobile e orfana: con lei, Crivelli soggiorna a Roma per due anni, tornando vedovo alla casa di via Pontaccio. Qui irrompono i gendarmi austriaci una mattina del febbraio 1848: vorrebbero arrestare Vitaliano che, avvertito dal podestà Gabrio Casati, è fuggito nottetempo attraverso i giardini per riparare a Balossa Bigli, in Lomellina. Il fatto che, al teatro alla Scala, Crivelli abbia guidato gli applausi canzonatòri per la ballerina austriaca Fanny Elssler dà il pretesto alla cattura.
Esule per un decennio, Vitaliano partecipa alle guerre d’Indipendenza: arma le truppe e parte armato. Dal governo austriaco soffre perquisizioni, confisca dei beni ed esclusione dall’amnistia. Eppure, ospita generosamente a Balossa gli esiliati politici da Milano. Il rapporto con Carlo Cattaneo e quello brevemente epistolare con Giuseppe Mazzini testimoniano la fede risorgimentale di Crivelli, frequentatore in città del salotto Maffei, dove gli artisti e i patrioti si incontrano.
Crivelli, il ritorno da Balossa Bigli a Milano e Trezzo
Dall’esilio, Vitaliano si firma con lo pseudonimo di Vittorio Crippa, finché non torna a Milano e alla propria identità di politico e mecenate. Nel 1864 acquista la villa di Trezzo dal fratello Tiberio, cui nonna Flavia Biglia aveva destinato la proprietà per testamento. Nel XVIII secolo la marchesa Bianca Rho Visconti riordinò l’edificio, la cui armoniosa facciata apre sul fiume Adda un portico a quattro colonne, chiuso da vetrate nell’Ottocento. Crivelli raduna qui una raccolta d’arte, cui si aggiunge il panorama incorniciato dalle finestre.
Filippo Biganzòli veste lo studiolo di stucchi, eseguiti col gesso anche nella sala di compagnia, dove gli specchi moltiplicano lo spazio: sopra le porte, quattro tele di Luigi Scrosàti, celebre decoratore che l’infermità costringe alla pittura da cavalletto. I suoi allievi dipingono di tralci e fiori le volte dell’atrio, sotto cui Vitaliano si ricrea dal trentennale impegno di politico liberale nei consigli comunali a Milano, dove rifiuta la carica di sindaco; Mezzana Bigli, Trezzo sull’Adda e Sannazzaro de’ Burgondi, dove fonda banda musicale e società operaia.
Nella sala del biliardo, Crivelli spiega agli amici che la politica è un’arte, come la mia pittura o la scultura in cui si cimenta. La bellezza può molto presso gli uomini e i luoghi brutti abbruttiscono chi li abita. Se una città è ben fatta, anche i suoi cittadini sono ispirati a fare bene. Alle pareti, due fantasiose “Marine” ambientano le parole di Vitaliano, già consigliere straordinario all’Accademia di Brera. Da politico milanese, avversa l’abbattimento delle colonne in San Lorenzo; promuove a Palazzo Marino il recupero della Sala Alessi, ridotta a magazzino doganale; favorisce il pubblico acquisto del Museo di Storia Naturale.
Nella galleria della villa trezzese, Crivelli mi onora collocando due mie opere (“Andromeda allo scoglio” e “Maddalena penitente”) ai lati dell’“Incontro di Edipo cieco con le figlie”: la tela che Giuseppe Bossi presentò a Brera nel 1805 per l’incoronazione di Napoleone. Il pittore firma questa, che è l’opera più grande della Quadreria, insieme a quella più piccola: un bozzetto per il “Giudizio di un’adultera nel tempio”. Mitologici o devoti, temi simili sembrano meditare l’incerto confine tra colpa e innocenza.
Vitaliano colleziona una Madonna dall’incarnato lunare, tavola del leonardesco Bernardino de’ Conti; un morbido bozzetto di Luca Giordano per “L’Elemosina di San Tommaso da Villanova”; ma anche opere dalla pennellata più corsiva, come “Tentazioni di Sant’Antonio” o “Scena di esorcismo a un lapicida”. Le quattro incisioni romane del Museo Pio Clementino evocano a Vitaliano gli anni trascorsi nell’Urbe. Il gusto classico di Crivelli mette santi e pagani, Madonne e sibille in un singolare colloquio dalle labbra mute.
Il figlio di Vitaliano, Ariberto, è ingegnere e sindaco: sposa Beatrice Giulini, che lascia alcuni spartiti per pianoforte sugli scaffali della villa trezzese. Dai due nasce Vitaliano, che non ha solo il nome e la barba del nonno patriota: come lui, combatte, meritando nel 1917 una medaglia d’argento al valore militare. In quegli anni i Crivelli danno in affitto la casa sull’Adda, il cui acquisto viene proposto invano ad Arturo Toscanini. Solo nel 1931 Angelo Gardenghi, ingegnere e appassionato di ippica, compra l’edificio che l’erede Roberto vende al Comune trezzese il 28 dicembre 1966. Oltre alla civica Biblioteca “Alessandro Manzoni”, la villa ospita l’Archivio Storico Comunale, i disegni della Donazione Pino Ponti e dal 2014 la rinata Quadreria Crivelli. Le stanze di Vitaliano sono diventate la casa dei libri e delle parole».
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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Raffaello Barbiera, Il salotto della contessa Maffei, Milano 1895;
Luigi Beretta, Alla memoria di Vitaliano Crivelli, Milano 1873;
Magda Bettini, Elena Lissoni (a cura di), L’Edipo Ritrovato, Capriate San Gervasio 2004;
Felice Calvi, Famiglie notabili milanesi, Milano 1884;
Alberto Crespi (a cura di), La Quadreria Crivelli di Trezzo sull’Adda, Trezzo sull’Adda 2014;
Antonio Fossati, “Vitaliano Crivelli” in L’Illustrazione Popolare, 6 luglio 1873;
Elena Lissoni, Vitaliano Crivelli collezionista e la sua villa a Trezzo sull’Adda, tesi di laurea discussa presso l’Università degli Studi di Milano, 2002/2003;
Italo Mazza, Alberto Crespi, L’arredo di villa Crivelli all’epoca dell’acquisto comunale – Appunti per il progetto della Quadreria, Comune di Trezzo sull’Adda, marzo 2013, on-line qui;
Antonio Picozzi, A don Vitaliano de’ Marchesi Crivelli, Milano 1873.
FONTI
Archivio Storico Comunale di Trezzo, Fondo Gardenghi, b. 5, fasc. 35;
Archivio Storico Diocesano di Milano, Fondo Anagrafe Parte Moderna, Parrocchia di San Marco in Milano, Copie degli Atti di Battesimo, 1806;
Archivio Famiglia Riva di Vaprio d’Adda, Disegni a matita di Natale Riva, L’artista di spalle;
Archivio Fumagalli Foto, s. a. s. di Trezzo sull’Adda, Foto di Villa Crivelli all’acquisto del 1966;
Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, Fondo Sommariva, SOM. C. ls. III.
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2 Responses
Livia Alessandrini
Sempre e per sempre affascinata da queste splendide ricerche, BRAVO !!!!
Cristian Bonomi
Grazie Livia! Condivido volentieri questa inziativa, in cui abbiamo detto l’antico con i mezzi della modernità. Lieto che ti piaccia.