Storia della musica lungo l’Adda trezzese: dal ritmo popolare alle illustri tonalità che lasciarono eco nel cielo nostrano: Rolla e il mecenate Bassi, Ernesto Riva e la Società del Quartetto, “L’Eresia convinta dalla religione” eseguita nel 1752; fino agli spartiti di villeggiatura, appartenenti alla famiglia Gardenghi. Il fiume scorre musicalmente, se le sorelle Brambilla, cantanti da Cassano d’Adda, intonano con gusto ottocentesco. Una tra loro sposa il compositore Amilcare Ponchielli. Lungo il Naviglio Martesana di Inzago, intanto, la famiglia Fumagalli educa alla musica personalità di spicco come il compositore organista Polibio. Più a Nord, sulla riva trezzese, il collega Carlo Boniforti trova villeggiature e riposo lungo l’ultima malattia. I due si stringono la mano al Regio Conservatorio di Milano, dove entrambi insegnano.
La storia della musica e la musica della storia. In casa Bassi un fregio ripete i nomi di Alessandro Rolla (1757-1841) e Rodolphe Kreutzer (1766-1831) sulla volta che risuonava della loro musica[1]. Già direttore d’orchestra alla Scala e professore del conservatorio milanese, il primo compose nel 1809 tre sonate per violino con accompagnamento di viola, dedicandole al nobile Antonio Bassi (1764-1828) che gli era mecenate. A questi offrì pure, edito a Torino, un Adagio e Polacca con accompagnamento d’orchestra.
Antonio si dilettava in musica e stimava Rolla oltre al francese Kreutzer, apprezzato durante il lungo soggiorno olandese. Rimpatriato, Bassi ristrutturò la casa di Trezzo, omaggiando sulla volta i due compositori.
A Milano la musa di Rolla era così efficace che, assicura Giuseppe Bertini nel 1814, gli vietarono di suonare pubblicamente la viola «perché le donne non potevano sentirlo senza cadere in deliquio o esser colte da attacchi di nervi»[2]. Fu nella commissione che bocciò Giuseppe Verdi, aspirante al Conservatorio, salvo consigliargli di perfezionarsi presso Vincenzo Lavigna.
Il maestro Rolla spirò lo stesso anno dell’abate trezzese Giuseppe Pozzone che, autore del carme «A egregia suonatrice di cembalo» (1839), riposa accanto al musicista Amilcare Ponchielli nel famedio del cimitero monumentale di Milano.
Casa Bassi conserva memoria di come anche Ernesto Riva, direttore della filanda Castellini ex-Bassi sull’odierna piazza Libertà, incoraggiasse alla musica specie la figlia Carla (violinista alla Scala); componendo lui stesso da appassionato. Nel 1864 Ernesto Riva, la cui figlia Laura sposa l’ing. Francesco Bassi, è promotore con Tito Ricordi e Arrigo Boito della “Società del Quartetto di Milano“, radunando un corpo bandistico da lui stesso diretto anche tra gli operai tessili di Trezzo. Della musica, Riva apprezzava soprattutto la disciplina, la diteggiatura obbediente e il metronomo: freddezze che riscaldano l’esecuzione fino a renderla magistrale. Il nipote, don Alessandro Bassi, ne ricordava il piglio severo: suscitava nei suoi allievi il genio musicale o per la musica l’odio. La storia della musica attraversa anche queste insonnie, le minute passioni di personaggi grandi e dimenticati.
Del resto, gli spartiti e i vinili di proprietà Gardenghi, riordinati grazie all’allora assessore Italo Mazza in villa Crivelli (oggi biblioteca comunale) testimoniano quanto la musica spirasse in città. Tra gli altri in scaffale, il volume francese della «Tannhäuser» wagneriana soffre inserzioni manoscritte, cancellature e riscritture che la aggiornano alla rappresentazione parigina del 1861. E proprio un direttore d’orchestra, Arturo Toscanini, vagliò infine l’acquisto di casa Crivelli: «Egregio Signore, la ringrazio per le indicazioni della villa – inviava nel 1924 sul suo biglietto da visita – Sono assai spiacente che la località non sia di nostro gradimento» [3].
Musica con le mani giunte in preghiera
Il 4 ottobre 1752 la stamperia milanese Malatesta pubblicò «L’eresia convinta dalla religione e dalla fede nella venerazione delle sante reliquie, cantata da recitarsi in musica nell’oratorio dell’immacolata concezione di Maria vergine santissima nel borgo di Trezzo». In due parti, il testo dosa versi lunghi e brevi, interpretati su armonium più che su organo.
Dopo la soppressione giuseppina (1787), invece, l’organo e la cantoria nell’oratorio trezzese votato a Santa Marta (sede di confraternita) venne acquistato per 60 Lire dalla parrocchia di Trezzano Rosa. Ottocentesco ma bisognoso di restauro è infine l’organo nella prepositura cittadina dei Santi Gervaso e Protaso. In stile «romantico», conta quattro manuali e pedale con trasmissione elettro-pneumatica dalla consolle, collocata nell’abside. Le canne minori sono in stagno e piombo, in zinco quelle più grandi.
Circa la storia musicale non solo trezzese, vedi anche: Carlo Boniforti.
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[1] Ringrazio della notizia don Lorenzo Bassi.
[2] Luigi Inzaghi e Luigi Alberto Bianchi, Alessandro Rolla, Milano 1981.
[3] Cfr. Alberto Crespi, La Quadreria Crivelli di Trezzo sull’Adda, Trezzo 2014.
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