Vitaliano Crivelli, nobile patriota in fuga da Milano

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 Vitaliano Crivelli: nobile patriota ispirato dal Risorgimento, collezionista di gusto neoclassico, politico e mecenate in giovanile fuga dalla famiglia e dal governo austriaco.
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Don Vitaliano Crivelli

La sua impresa nobiliare raffigura il setaccio («cribellum») in cui una vestale romana avrebbe trasportato acqua a prova di castità. Sotto questo stemma Vitaliano Crivelli nasce milanese nel 1806 dal marchese Enea (1765-1821) e dalla contessa Eleonora Bentivoglio: il loro palazzo affaccia su via Pontaccio. Il casato vanta un papa, Urbano III (1185), cariche cittadine, cavalieri di Malta; e il padre ha entrate annuali oltre le sessantamila Lire. Vitaliano contraria la famiglia sposando Marianna Castaldini (1802-1829), orfana di un colonnello morto nella guerra di Spagna; e parte con lei verso Roma, in cerca d’arte classica e antica. Ma, già nel 1829, don Vitaliano Crivelli rincasa vedovo a Milano con in braccio la figlia Marianna Teresa di pochi mesi. Solo nel 1837 risposò con Lucia Cajmi.

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Stemma Crivelli

Rivolge gli occhi asciutti all’arte e al patriottismo: stringe amichevolmente la destra ad Agostino Comerio, professore in Brera e autore degli affreschi nel Tempio civico di San Sebastiano, che discretamente Vitaliano gli commissiona. Il nobile intrattiene inoltre un breve carteggio con Giuseppe Mazzini, oltre al più assiduo rapporto con Carlo Cattaneo o gli artisti del salotto di Clara Maffei. A Comerio, Vitaliano Crivelli porterà un’amicizia tanto sincera da sostenerne economicamente i figli, prematuri orfani dell’artista. La sera del 12 febbraio 1848, don Vitaliano  guida gli applausi canzonatori che la nobiltà milanese riserva alla ballerina austriaca Fanny Elssler. Sarebbe stato pretesto sufficiente all’arresto, l’indomani, se la notte stessa il Crivelli non fosse partito esule per la Lomellina dietro consiglio di Gabrio Casati. In Piemonte, veste la casacca di soldato semplice nella Compagnia della Morte, accoglie perseguitati politici e solo l’infermità gli impedisce di arruolarsi nuovamente (1859). Soffre perquisizioni e confische che non scoraggiano il suo patriottismo.

Il ritorno dall’esilio: Vitaliano Crivelli politico e collezionista
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Tomba del Crivelli (Foto Davide Comotti)

Rientra a Milano dopo l’Unità sedendo in Consiglio Comunale, come già aveva fatto dal 1835 al 1848, ma senza accettare la carica di sindaco. Vitaliano Crivelli appoggia la chiusura dei bracci laterali alla galleria Vittorio Emanuele II, considerati troppo ventosi; osteggia invece la demolizione di Porta Nuova e delle colonne in San Lorenzo. Dal fratello Tiberio, che aveva accondisceso al governo austriaco, ottiene la villeggiatura di Trezzo: l’attuale biblioteca «Alessandro Manzoni» che era già proprietà Biglia. Qui don Vitaliano raduna, più classicista che romantica, una collezione d’arte.

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Madonna Crivelli

Attraverso gli ingegneri Gardenghi la quadreria giunge quasi intatta (nel 1966) all’acquisto comunale, vantando persino una Madonna su tavola di scuola leonardesca, attribuita a Bernardino de’ Conti. La raccolta è visitabile previa prenotazione alla Pro Loco trezzese, dopo l’apertura promossa dall’allora assessore Italo Mazza. Maggiore sulle altre opere per firma e superficie, «L’Incontro di Edipo cieco con le figlie» (1804) di Giuseppe Bossi è stato restaurato nel 2002 dalla Fondazione Falck.

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“L’incontro di Edipo cieco con le figlie”, opera di Giuseppe Bossi, Trezzo sull’Adda

Di Vitaliano Crivelli, sepolto a Trezzo nel 1873, il figlio ingegnere Ariberto fu per un decennio sindaco cittadino e pubblicò nel 1886 «Gli avanzi del Castello di Trezzo: l’antico ed il nuovo ponte sull’Adda».

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Per approfondire:

AA.VV, L’Edipo Ritrovato, Capriate San Gervasio, 2004;

Alberto Crespi, La Quadreria Crivelli di Trezzo sull’Adda, Trezzo sull’Adda, 2014.

Su questo sito:

Quadreria Crivelli, l’arte in riva al fiume.

2 Responses

  1. Lena Maldone

    Grazie Cristian per portare a nostra conoscenza i personaggi che hanno fatto parte della storia del nostro paese!

  2. Cristian Bonomi

    Grazie a te, Lena, per l’attenzione e l’incoraggiamento che sempre mi riservi!

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