La storia della oreficeria in un negozio centenario

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Giovanni Balzarini con Carlo Piera e Zepa
Da Milano a Trezzo, la famiglia Balzarini importa nel 1887 l’arte degli ori e delle lancette: raggiere, ex-voto d’argento, vere nuziali, tecniche e storia della oreficeria lungo il secolo dell’attività che chiuse a cento puntuali anni dall’apertura.

L’orologiaio usciva su una bici Peugeot dalla bottega in via Jacopo 1 a Trezzo sull’Adda per bucare a domicilio le orecchie delle ragazze, che se lo additavano come il «Bambùla». Aveva l’occorrente in una custodia assicurata al manubrio Giovanni Balzarini (1858-1937), di nascita e fascino milanesi. Avrebbe proseguito lui in paese la storia della oreficeria familiare. Mamma Giuseppa Curioni lo allattò non lontano da via Conservatorio, dove papà Carlo apriva quotidiana bottega d’orologiaio. Il giovane apprese presto l’arte insieme a un fratello. Da Parigi questi gli spedì foto del negozio che avviò mentre Giovanni rianimava gli orologi trezzesi. Al bancone su via Jacopo si alternava con Angela Gilardi (1868-1932) da Tortona, appena accordatagli in sposa dal padre vignaiolo nel 1887. I dieci figli che generò avrebbero chiamato «casa» i locali sopra l’esercizio, se papà non l’avesse traslocato all’ombra antica di san Rocco, oratorio trezzese. Un barbacane ne angolava la facciata con l’angusto negozio, che aveva un enorme orologio sull’ingresso.

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Angela moglie Giovanni Balzarini con “l’argent”

Da lì Giovanni usciva mattiniero quando, sul Martesana, racimolava le forniture a Milano dove un amico calzolaio gli cuciva anche le scarpe. Dalla città riportava i preziosi da vendere in Trezzo o sul banco che per vent’anni la figlia Piera Balzarini (1900-1985) gestì a Vimercate, rilanciando la storia dell’oreficeria familiare: fino al 1937. Succedette lei all’opera dei genitori insieme al fratello Carlo (1893-1977). Da ragazzo il tifo gli offese l’udito, e fu in silenzio che apprese da papà Giovanni le pazienti gioie dell’orologiaio. Resuscitava ticchettii dietro le quinte del negozio trezzese, dove chiedeva a Piera di auscultare che camminassero. Lei invitava all’acquisto perlopiù novelle spose, cui finiva sempre che la suocera scegliesse una catenella o la raggiera d’argento. Dai paesi attorno ma specie dalla Bergamasca anche generazioni successive della stessa famiglia compravano l’oro al negozio, invocando sconti ereditari.

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Piera Balzarini con la piccola Lia davanti al negozio

L’orologeria vendeva grazie ricevute, in argento come le medaglie da culla. Fece la storia della oreficeria in città. Piera fondeva inoltre briciole d’oro nel crogiuolo, dirigendone la goccia con una cannula sul gioiello da sanare. Quelli riparati li poneva in bustine col nomignolo dialettale del cliente annotato sopra. Il guadagno assottigliò durante la guerra, che tolse a Piera anche il marito Mario Marchesi da Crema, morto nella calca di un bombardamento milanese (1943). Da allora, l’efficiente clan Balzarini assegnò gli orologi a Carlo e a Piera l’acquisto dell’oreficeria rivenduta al bancone, dove provvedeva inoltre piccole riparazioni.

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Alberto Balzarini in concerto a Milano nel 1926

La sorella Giuseppina detta «Zepa» (1902-1993) badava alle faccende casalinghe mentre Cecilia (1904-1990) cuciva gli abiti per la famiglia, propria e carmelitana, essendo sarta per i Carmelitani Scalzi (non solo concesini) che la ringraziavano in verdura e miele dei loro orti. Rifiutarono d’arruolarsi in negozio gli altri fratelli Alessandro Balzarini, morto sulla via del seminario, e Alberto Balzarini (1908-1956): appassionato fotografo e musicista su violino, chitarra e mandolino milanese a dodici corde. Aveva una scrivania all’Istituto Nazionale Assicurazioni di Milano, dove ordinava talora per la sorella le forniture cittadine.

 

La bottega vicino san Rocco prosperò lì senza concorrenza fino al 1962: quando trasferì nella proprietà Fodera sul lato opposto della via. E qui estinse l’esercizio cento puntuali anni dopo l’apertura del 1887.

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Piera Balzarini anziana al lavoro

 (Da Ditte e Botteghe del Novecento a Trezzo, ivi 2012)

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