Cartolina in franchigia da Fondo Bassi

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«Non me la credevo così. Ho sempre pazientato ma è già un po’ di giorni che mi auguro la malattia di mia moglie e morire in vece sua.. perché oggi, Sig.ra Bassi, mi son sempre fatto coraggio; ma si vede proprio che questa guerra non finisce mai, e non ho mai detto a nessuno quello che si soffre ma si soffre tanto.. Speriamo che qualche buona stella abbia a proteggere me e i miei figli, che è più quello che mi tormenta: sempre domandano del loro papà. Anzi, ce n’è uno, cui mio cognato ha regalato la bicicletta, e vuole venire a trovare il papà Mario in bicicletta: quanta innocenza in mezzo a sì tanta violenza!» (Mario, 30 settembre 1916). «Alzo la mia misera mente al Dio degli eserciti, sperando rassegnazione o coraggio» (Emilio, 6 dicembre 1916). «Le dico proprio cosa mi sento nel mio cuore, che non ho mai avuto il coraggio che ho ora. Speriamo che quest’anno termini con la Vittoria Italiana; e allora innalzeremo le bandiere e grideremo “Viva l’Italia, viva l’esercito!” e con questi gridi tutti ci uniremo, come fratelli, e torneremo ancora alle nostre case, vicino alle nostre spose e figli, contenti e soddisfatti di aver fatto il nostro dovere» (Giovanni, 19 febbraio 1918).

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