Nomi di luogo che cantano una storia antica. Ricerca d’archivio, affidata a Cristian Bonomi, e pubblicazione, affidata a Biblion edizioni, promosse dal Parco Adda Nord allo scopo di orientare attraverso lo studio dei microtoponimi storici la riflessione archeologica circa il luogo della Battaglia di Coronate, occorsa lungo l’Adda nel 689 tra il re longobardo Cuniperto e il duca ribelle Alachi. Consigliata dall’archeologo Andrea Breda, la campagna d’indagine ha percorso soprattutto i fondi pergamenacei, catastali e notarili presso l’Archivio di Stato di Milano. Dopo la pubblica presentazione dei dati raccolti, seguìta nel settembre 2024, il Parco Adda Nord li divulga ora in forma editoriale con una prefazione a firma di Ignazio Ravasi, vicepresidente con delega alla Cultura.


Dal retro di copertina I microtoponimi di Cornate, Porto e Colnago. Nomi di luogo che cantano una storia antica (Biblion Edizioni e Parco Adda Nord, 216 pagine, 30 euro):
Quali sono gli spazi della memoria? Non solo i luoghi chiusi dell’archivio e della biblioteca, ma anche luoghi aperti: vie, sentieri, campi coltivati i cui nomi, detti “microtoponimi”, attraversano i secoli e cantano una storia antica. Da pergamene e atti notarili ritroviamo questi nomi, segnandoli in mappa, sul territorio di Cornate d’Adda con Colnago, Porto d’Adda e Villa Paradiso. Per citare pochi di molti casi: Baialupo, Balino, Bertolino, Comola, Fuina, Olda, Pozzo pagano, Pizzorigio, Re, Rile, Ruschetta, San Quirico (poi Cérech), Spinone, Toccaferro, Valestra. Così indimenticabili per la quotidianità rurale e oggi dimenticati, battesimi simili riconsegnano la nostra campagna alla dignità del nome: ecco, le terre coltivate di una città non sono periferie anonime ma luoghi di premuroso ricordo. Promossa dal Parco Adda Nord e orientata dall’archeologo Andrea Breda, quest’indagine storico-archivistica è dunque un esercizio di pubblica memoria, che l’archivista Cristian Bonomi assolve con metodo “a tenaglia”. Da un lato, documenta i microtoponimi cornatesi negli atti notarili ed ecclesiastici fin dal XIV secolo; dall’altro, posiziona questi microtoponimi nelle mappe dei catasti ottocenteschi. Offre così un segnavia possibile tra antiche pergamene e prospettive archeologiche.


Alla nota 35, l’edizione riferisce inoltre circa lo spoglio delle Pergamene per fondi, custodite presso l’Archivio di Stato di Milano, circa i possedimenti in Cornate del Convento milanese degli Agostiniani di San Marco, che officiavano lungo l’Adda il Santuario di Santa Maria della Rocchetta, oggi giurisdizione temporale di Paderno e spirituale di Cornate. Sul tema, si segnalano i seguenti materiali, perlopiù inediti: 1397 ottobre 26, procura a frate Giovanni Pusterla della rocchetta, essendone priore Marco da Merate (cart. 436); 1425 novembre 17, procura di Antonio Girone a Bertolino Lodi, priore della rocchetta (cart. 445); 1456 settembre 2, confesso (ricevuta di pagamento) rilasciato ad Antonio Corte dai Padri di San Marco per il livello (affitto) riscosso su beni in Mezzago e Colnago (cart. 443); 1460, sentenza in controversia tra Antonio Albignani e i Padri della rocchetta circa i beni lasciati a loro nel testamento di Peterzolo Fantabilis (cart. 447); 1460 giugno 27, confesso rilasciato a padre Beltramino Cusani, priore di Santa Maria della rocchetta, da don Brugiolo Santi, arciprete di San Giorgio in Cornate e rettore dei Santi Gervaso e Protaso in Trezzo, in ragione delle Messe officiate dal primo sull’altare trezzese di Santo Stefano, adempiendo il legato testamentario di Peterzolo Fantabilis (cart. 445).

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