La regina Margherita a Trezzo sull’Adda: alle 13.00 del 7 novembre 1894 la sovrana scende puntuale dal “Gamba de Legn” sull’odierno piazzale Omodei. Inaugura un asilo laico prima di proseguire per Crespi d’Adda, dove giunge su una carrozza tirata da quattro cavalli.
Già dal mattino il tricolore imbandiera tutti i balconi di Trezzo che, assicura il cronista Ambrosin, «ha begli edifizi e vie pulite». Ne sono cittadini i circa cinquemila che aspettano davanti casa Marocco, l’attuale piazzale Omodei, il puntuale arrivo della regina Margherita per le 13.00 del 7 novembre 1894.
La consorte di Umberto I giunge da Monza con un convoglio speciale del «Gamba da Legn» per inaugurare la scuola materna che, intitolata ai sovrani, il dialetto chiama «asilu di Sciuri» in contrappunto all’asilo «di Suori».
Laico e privato, l’ente scalda una minestra ai poveri figli di famiglie povere, cui non chiede la retta pagata solo dai più abbienti. Sua amica dall’infanzia torinese, invita la regina Margherita a Trezzo Margherita Trotti Bentivoglio Bassi (1844-1921), che promuove e lungamente amministra la scuola con Gemma Carrera Cereda [*].
La regina Margherita prosegue per il villaggio operaio di Crespi d’Adda
La sovrana prosegue verso il villaggio di Crespi d’Adda su una carrozza tirata da quattro cavalli. Riceve fiori da alcune novelle spose tra la folla degli operai che, vestiti al meglio, ostentano una margherita all’occhiello della giacca. Entra persino in un villino: quello della famiglia Azzimonti.
La regina Margherita visita le scuole e la chiesa, da poco compiuta al pari della villa padronale in stile neoguelfo, dove viene apparecchiato il rinfresco. Prima di ricevere l’omaggio dei convenuti, la regina Margherita veste un abito rosso e smette quello nero che indossa in segno di lutto per la morte dello czar Alessandro III.
Margherita consente pure di salire al belvedere del castello Crespi, preferendo l’invito dell’imprenditore a quello di varia nobiltà locale. Molto chiacchierato, il gesto sembra sancire il vantaggio di una classe borghese che reinterpreta dinamicamente le terre lungo l’Adda, che il patriziato milanese considera solo luogo di villeggiatura e investimento latifondiario.
La nobiltà locale si consola chiacchierando di come la sovrana abbia preferito l’invito Crespi a quelli blasonati solo perché il castello crespese vanta moderne toilettes, di conforto per la sua cistite. Infine, «risalì in carrozza e, al suono della Marcia Reale e fra innumerevoli “evviva”, fece ritorno a Monza – scrive Ambrosin – Il concorso di gente fu grandissimo; non successe verun disordine».
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[*] Sostenne l’istituzione un comitato di diciannove benefattori trezzesi, il cui operato esordì già dalla primavera 1893: in congiuntura con le nozze d’argento di Umberto e Margherita, cui l’asilo venne così intitolato. Chiuse i battenti su via Carcassola con l’anno scolastico 1977/1978.
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Antonio Biffi, il sangue sulla neve di Nikolaevka - IO PRIMA DI ME
[…] bene comunale. Della proprietà, i Biffi donarono già una porzione a vantaggio dell’erigendo asilo laico, inaugurato nel 1894 dalla regina Margherita; cedendo un ulteriore tratto per comodità della […]