Don Luigi Annoni, il nome e il volto. Tiene nella mano destra il progetto del campanile vedanese, il sacerdote ritratto dal pittore Rossi nel 1864. Quell’architettura, incrociando la genealogia della famiglia Rolla, consente il riconoscimento.
Annoni e Rolla. Da Vedano al Lambro, la famiglia Rolla migra a Trezzo sull’Adda verso il 1845. A portare il cognome da un fiume all’altro è Giuseppe Ferdinando Rolla, fattore e agente come l’omonimo padre, che gestisce le proprietà Vimercati già sul cadere del Settecento vedanese.
Prima di trasferirsi a Trezzo, il 5 giugno 1842 Giuseppe sposa a Vedano Marietta Annoni, nata a Monza ma di famiglia caratese. Parente della sposa, don Luigi Annoni celebra l’unione, essendo parroco vedanese dal 7 aprile 1833 al 1° febbraio 1851.
Il cognome Annoni non è altrimenti attestato in paese che dal nucleo formato dallo zio prete e dalle nipoti, di cui favorisce il trasferimento a Vedano. Nel 1850 uno Stato d’Anime censisce ancora Giovannina Annoni abitante presso la casa parrocchiale, dove risiede don Luigi.
Il legame tra lo zio prete e le nipoti sembra tanto saldo da confortare l’ipotesi che il ritratto di sacerdote, conservato in casa Rolla, raffiguri proprio don Luigi Annoni. A irrobustire il riconoscimento è il cartiglio che il prete offre nella mano destra. Il foglio reca il progetto di un campanile in evidenza sul profilo della chiesa, che solo un recente restauro curato da Stefania Bagatti ha riportato a leggibilità.
Oltre a sostenere il riordino dell’oratorio di San Giorgio, proprio don Luigi Annoni intraprende a Vedano il rifacimento del campanile, dopo la demolizione di quello antico, edificato tra Quattro e Cinquecento. La torre minaccia di pericolare già nei primi decenni dell’Ottocento, quando il sacerdote assume la cura d’anime sulla parrocchia, dedicata a Santo Stefano. In dignità di parroco, delibera l’abbattimento del campanile in accordi con la Deputazione Comunale, che affida la demolizione all’ing. Nicola Dordoni di Milano già dal 1839.
Contenstualmente, si provvede l’abbattimento di alcune case coloniche per liberare lo spazio utile a innalzare un nuovo campanile, indipendente dalle mura del tempio, da cui è lievemente discosto. La distruzione dei rustici consente di costruirne altri sul brolo parrocchiale. La famiglia Rolla risiede lungamente in Casa Vimercati, presso la chiesa, e non è improbabile l’intervento ricollochi il domicilio della famiglia o la incoraggi al trasferimento trezzese. Il progetto in cartiglio riferisce proprio le forme del nuovo campanile, edificato per volontà di don Luigi Annoni, confermandone il riconoscimento.
La torre ha 6 metri a lato di base per una superfice totale di 36 metri. Il dado di sostegno è in ceppo di San Giorgio; la sagoma, la cornice che corona la canna e la parte superiore sono in ceppo gentile di Brembate. La muratura a bugni in rilievo solleva la struttura fino ai 35,10 metri della calotta. Il fondamento è profondo 4,5 per 8 metri di lato, avendo confitti a terra 12 pali di rovere per 1,75 metri di lunghezza ciascuno.
Riferite dal disegno in ritratto, dodici colonne formano la cella campanaria, ciascuna con un diametro di 80 centimetri. Internamente, una scala a chiocciola in pietra consente di raggiungere qui il castello delle campane, rinnovate nel 1856 e nel 1911. In vetta all’edificio una croce in ferro, alta 1,75 metri, pesa 45 kg. La visita di collaudo, datata 6 ottobre 1843, convoca l’ing. Carlo Pestalozza oltre al capomastro Piotti e alla Delegazione Comunale.
Il progetto in ritratto esibisce anche un orologio da torre. Ricollocato in riciclo dal vecchio campanile, il quadrante viene in effetti installato sul nuovo; finché, dopo vario guasto, la Giunta Comunale vedanese non corrisponde su due anni alla ditta Giovanni Lampazzi di Novara 1600 Lire per la messa in opera di un altro orologio, nel 1865.
I restauri della tela hanno liberato un dettaglio ulteriore: la sagoma di una chiesa, adombrata presso il campanile. Il profilo architettonico propone un protiro, che la facciata della parrocchia vedanese non conserva. Fino al 1892, tuttavia, la fronte del tempio offre un portichetto: sacrificato all’ampliamento della chiesa sul lato anteriore a firma degli architetti Savoldi e Bernardi.
Intraprende i lavori il parroco Gerolamo Magnoni, già coadiutore dell’Ospedale Maggiore di Milano, per proporzionare la parrocchia all’aumentato numero dei parrocchiani. Due medaglioni con l’Annunciazione della Vergine adornavano il protiro, riferito dal ritratto trezzese.
Datata dal pittore F. Rossi al 1864, l’opera sembra così confermarsi quale memoria domestica di don Luigi Annoni presso la nipote Marietta sposata Rolla. La citazione del campanile, coerentemente al profilo della parrocchia vedanese prima del 1892, sincerano il riconoscimento e riconoscono anzi al ritratto una rilevanza storica. Il privato ricordo si trasforma così in pubblica memoria.
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Per approfondire
- Alessandro Rolla, la storia del cognome sonante (su questo sito);
- Giuseppe Pozzi, Vedano al Lambro – Paese della Brianza, Lissone 1984; parzialmente consultabile on-line;
- Rolla, dal Lambro all’Adda: la dinastia dell’acqua (su questo sito);
- Storia di Vedano al Lambro a cura del Circolo Culturale “Don Primo Mazzolari”.
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