Asilo di Concesa, a 46 anni dalla rifondazione: almeno due generazioni di “Brusadèi” sui banchi delle aule, un tempo divise per “piccoli”, “mezzani” e “grandi”.
Nel 1955 l’asilo di Concesa non contava che 2 aule, affittate per 9 anni nell’edificio delle elementari comunali di via don Gnocchi. Si chiamava «Scuola Materna Cassa di Risparmio» per via dei sussidi accordati dalla futura Cariplo; ne era presidente il parroco don Angelo Colombo e a reggerla erano 2 suore Figlie dell’Oratorio: Laura Mirotti e Marcella Brusamolino. Abitavano lo stabile in cui la Polisportiva ha ricavato gli attuali spogliatoi.
«Ma già il curato Colombo acquistò dalla famiglia Bassi la terra su cui edificare un indipendente asilo di Concesa – ricorda l’allora bambino Fabio Colombo, concesino doc – il fondo era ombreggiato da 3 enormi pioppi che il giardino della ricreazione conservò a lungo». Il vicariato parrocchiale del carmelitano Padre Cristoforo Colombo, succeduto al Colombo, rallentò il progetto della nuova sede. Nel 1960 l’asilo riceveva 120.000 £ di sussidio statale accudendo 72 bimbi, di cui 15 non pagavano retta per via della fragile economia famigliare: la precedenza d’iscrizione a orfani e poveri veniva data dal regolamento stilato proprio allora.
Quando fu designato parroco di Concesa, don Gaetano Gallazzi (nato nel Varesotto il 28 agosto 1928) trovò il progetto ancora in forse. Rilanciò, affidandone l’ampliamento al geometra Baroni, e accese un mutuo per pagare i mattoni. Alla planimetria primitiva per l’asilo di Concesa aggiunse un salone di gioco e spettacolo più i nuovi alloggi delle suore, ricavati al piano delle aule. «Ma non voglio essere rammentato come “il prete con la cazzuola”» dice don Gaetano, oggi parroco emerito della frazione.
All’inaugurazione dell’asilo di Concesa, nell’aprile 1969, chiamò l’onorevole Franco Verga e mons. Teresio Ferraroni. Un vecchio album, rilegato in pelle dal fotografo Fumagalli, li immortala al microfono prima che taglino il nastro. Accanto a loro il sindaco e il parroco trezzesi: Luciano Bassani e don Giuseppe Lazzari. Da allora al 1999 le suore hanno gestito la struttura parrocchiale, passata poi alla direzione di Simona Colombo. «In 24 ore don Gaetano mi convinse ad assumere la carica – spiega la donna, Situla d’Oro alla benemerenza civica nel 2006 – l’indomani iniziava il mio impegno: era il 1° settembre 1999».
Colombo assunse la carica, quando suor Giulia Gherardi lasciò la struttura con le altre consorelle dell’Oratorio: l’ordine che reggeva l’asilo di Concesa dalla fondazione. «La prima priora fu suor Laura Mirotti – prosegue Simona – che compì il secolo di vita alla casa modenese dell’ordine a Pavullo nel Frignano». Dopo di lei e prima di suor Giulia, fu suor Ines Sironi la priora concesina che badò ai bimbi della frazione. La coordinatrice attuale è Barbara Sala.
Asilo di Concesa, il primo regolamento favoriva orfani e indigenti
«La scuola materna verrà presentata al bambino come un premio e non come un castigo»: così recita il regolamento per l’asilo di Concesa, stilato durante la reggenza pastorale di Padre Cristoforo Colombo. All’iscrizione avevano precedenza bimbi orfani o poveri purché (come gli altri) vaccinati contro vaiolo, difterite e poliomielite. «I bambini saranno presentati all’istituto ordinati e con vestiti decenti» prosegue la carta, che prescriveva «un grembiule uniforme di colore bianco». Lo indossarono tutti i piccoli allievi dell’asilo che, nel 1974, prese l’attuale dedicazione a Paolo VI: il pontefice allora regnante, già cardinale di Milano.
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