Gaetano Moretti, architetto eclettico, dosa il suo genio al villaggio operaio di Crespi e a Trezzo: l’imprenditore Cristoforo Benigno Crespi triangola il primo contatto del maestro con la valle dell’Adda, poi frequentata su invito di mons. Giuseppe Grisetti. Cattedrali laiche e devote: idroelettricità, ciminiere e torri campanarie alte come inni.
Gaetano Moretti, l’architetto tra le rovine. Ebanista pavese a Milano, il 26 luglio 1860 Luigi Moretti serra bottega per la nascita del figlio Gaetano. Nella casa su via San Damiano la matita è il gioco preferito del bimbo che, sul bancone col padre, già afferra gli arnesi artigiani e il gusto della borghesia cliente.
Figura e ornato sono le discipline che più lo invitano quando, quindicenne, s’inscrive a Brera. Col 1881 un concorso per l’incompiuto fronte del duomo segnala la sua proposta: studente in disegno architettonico, Gaetano insegna quella materia già quattro anni dopo.
Dal maestro Camillo Boito ha assunto il proposito di un’architettura moderna, che padroneggi il linguaggio delle antiche. Gaetano le apprende nel metodo storico di Luca Beltrami, che lo coinvolge ai restauri milanesi del Castello sforzesco e di palazzo Marino.
Docenza e tutela monumentale diventano le sue vocazioni, interrotte appena dagli incarichi d’architetto civile: qualifica che consegue per soli titoli su proposta di Boito e Beltrami nel 1896. Quello stesso anno, succede al secondo nella dignità di Sovrintendente e vince il concorso indetto da Cristoforo Benigno Crespi per il progetto cimiteriale dell’omonimo villaggio operaio.
Nell’industriale, Moretti riconosce la colta borghesia per cui già faticava il padre. Cristoforo triangola il primo contatto dell’architetto col territorio, dove questi opera a più rilanci. Della torre campanaria trezzese si dice «dispostissimo» a condurre nel 1902 il restauro, che le successive perizie scartano per una ricostruzione a sua firma. Proprio mentre Gaetano sostituisce Beltrami alla direzione del cantiere veneziano per riedificare il campanile che, crollando su San Marco, fa per unica vittima il gatto del custode.
Gaetano Moretti e il contatto con l’Adda: Cristoforo Benigno Crespi triangola il suo primo incontro con il territorio fluviale di Crespi e Trezzo
Con Ambrogio Annoni, genero e allievo, Moretti dirige anche il restauro della prepositurale trezzese (1917-1930) che l’energico prevosto Giuseppe Grisetti lamenta più somigliante «a una scuderia che alla casa del buon Dio». Ma soprattutto spende il suo genio nella centrale idroelettrica Crespi, sull’Adda di Trezzo (1906).
Papà Luigi era un’intelligenza con le mani: fattiva e creativa. Gaetano ne condivide l’adesione alla praticità borghese e accoglie in simpatia l’incarico dell’industriale. Esercitando il metodo storico di Beltrami, consulta il panorama secolarmente levigato dall’Adda e ne guadagna ispirazioni al progetto: il forte visconteo sull’attiguo promontorio, la pietra locale, forse i contrafforti presso il castello di Cassano.
Declinate al futuro, queste somiglianze di famiglia tra la centrale e il circostante collocano la modernità nella storia. Mosso da evocativa merlatura ma saldo sui contrafforti, il presidio Crespi ricalca la schiena del maniero sovrastante; mimeticamente si veste dello stesso ceppo in pendio. Per compiuto eclettismo, finestre e luminarie alleggeriscono l’edificio, forte come la fiducia d’allora nel progresso tecnico.
Di Moretti alcune soluzioni più speziate echeggiano il viaggio in Egitto del 1901 o prefigurano quelli in Sud-America, affrontati per vent’anni dal 1907 fin quasi alla morte della moglie Candida Bacigalupo. Alla sua memoria disegna il pulpito nella restaurata parrocchia di Trezzo.
Lungo l’impegno d’America, in patria non si appanna la stima per Gaetano: gli offrono anzi la presidenza sulla neonata facoltà di Architettura al Politecnico milanese. La tiene solo per un anno, ritirandosi nel 1934. Ha percorso gli stili d’Oltralpe e Oltreoceano per godere definitivamente della casa che progetta in Milano, al civico 15 di viale Majno. Qui il 30 dicembre 1938 anche il disegno dei suoi giorni si compie.
Da “Fabbrica di Luce” (Bellavite, 2015)
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Per approfondire:
– Luigi Cortesi, All’ombra dei cipressi, Crespi d’Adda 2008;
– Gaetano Moretti, La chiesa prepositurale plebana di Trezzo sull’Adda, Milano 1939 (da cui le foto interne ed esterne della parrocchia trezzese);
– Martina Pesenti, Dal Medioevo al Neomedievalismo: Gaetano Moretti e la Prepositurale di Trezzo sull’Adda, Università degli Studi di Milano 2013.
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