Tra i tanti Italiani in Brasile, migrati al cadere dell’Ottocento, la comunità trezzese di Descalvados fonda una Trezzo oltreoceano: si rassoda così una comunità di lavoranti che, irrigidendo la mano a visiera sopra lo sguardo, scruta tra le onde la lontana promessa di rimpatriare.
Italiani in Brasile, «non parto, non resto». L’Italia esplode schegge di migrazione in giro per il mondo ma è specie al Sud-America che i migranti trezzesi volgono lo sguardo, durante la crisi economica del tardo Ottocento. Del nonno Luigi Vimercati (1857-1941), partito verso il 1889, la nipote Albertina raccontava la scarsa fortuna oltreoceano: «se l’è ‘ndaa ‘n só l’asan, l’è turnaa a pè»; come fosse tornato a piedi da un’andata a dorso d’asino. Come lui, molti Italiani in Brasile. Atterrite dal mare di Genova, le sorelle trezzesi Emilia Maria (1880-1970) e Colomba Cortiana si imbarcano per raggiungere in America i mariti Pirola e Bertaglio solo sotto minaccia che i due altrimenti risposino. Così la nipote Enrica Bertaglio (1955) restituisce l’ironico racconto. Partendo, gli Italiano in brasile hanno nel bagaglio più fame che pagnotta ma riesce persino a riderne, quando trova i compaesani sull’altro lato del mondo.
Italiani in Brasile. Nello stato brasiliano di São Paulo, a Descalvados, si raduna una comunità di Trezzesi presso la parrocchia di Nossa Senhora do Belém, che accoglie anche molte famiglie da Pozzo d’Adda (Colombo tra le altre). Per emorragia cerebrale, muore a Belém nel 1896 Luigi Lorenzo Bertaglio, suocero della citata Colomba Cortiana. Ancora a Belém giunge nel 1884 da Cascina Santa Marta anche il mugnaio Gaetano Tinelli (1851) con la moglie Luigia Antonia Pojani e i figli Enrichetta (1882) e Felice Giovanni (1883). La famiglia parte senza tornare a Trezzo, dove la pronipote Beteh Oliveira Mendonça è stata in recente visita.
Maria (1893) e Ambrogio Barelli (1898), nati a Descalvados da Gaetano e Luigia Tinelli, rimpatriano invece a pochi anni d’età. Loro compaesano a Trezzo e in Brasile, Pietro Luigi Monzani «Bufèt» (1871-1925) battezza a Nossa Senhora do Belém la figlia Adelaide (1896), partoritagli dalla moglie bergamasca Carolina Angela Lirati. I tre rincasano per la malattia del capofamiglia: in vicolo Ghiaccio, questi racconta dell’America con tale trasporto che suo fratello Paolo Monzani (1882) ci si trasferisce nel 1920. Poche di molte storie, solcate sull’oceano.
Dall’Argentina, il dono inquietante
Dall’Argentina, i Trezzesi migrati riportano un dono inquietante: quello del segno guaritore, suggestionato dalla santeria. Natalina Monzani «Bréca» da Cascina Chioso (1874) sbarca a La Plata nel 1910 col marito Gaetano Sironi e le figlie Angela e Teresa; Angela Teresa Galli «’mericana» (1890) giunge nella stessa città col marito Guido Tinelli e la figlia Carolina (1913). Rimpatriate, le due matriarche esercitano la lettura dei vermi e altri riti di contaminazione tra il sapere erboristico e la santeria argentina; pratiche poi assegnate alle rispettive figlie. Benché ottenga mansioni di responsabilità alla fornace Gaggero di Ringuelet, anche Guido Tinelli torna alle rive dell’Adda.
Fonti. Oltre alle interviste raccolte in tempi diversi: Archivio Parrocchiale di Trezzo, Fondo anagrafico; Archivio Storico Comunale di Trezzo, 25; Raccolta Rino Tinelli.
Dal Notiziario trimestrale di Trezzo sull’Adda, Giugno 2017
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