Cinema di Trezzo: Vittoria, Portico e King, una storia in tre tempi iniziata quando gli spettatori facevano scricchiolare le sedie impagliate davanti a mute pellicole in colori nostalgia.
Cinema e teatri. Sul cortile dello «Scalomerci», non distante dall’odierno piazzale Primo Maggio, Carlo Colombo «Culumbìn» accomoda a sala cinematografica nel 1929 il deposito dei vini Fabiano per proiettare in paese le prime pellicole. Arredando l’ambiente, pare Carletto commissioni ad Alessandro Mazzucotelli lampadario centrale e corrimano verso la galleria. Sulla facciata, le lettere cubitali scandiscono «Cinema Vittoria» in latta rossa. Colombo cade per la Patria, ufficiale volontario sul fronte jugoslavo, da cui la giovane sposa Aureliana Carcassola detta «Aurelia» ne riceve l’orologio sfatto dalle mitragliate. In soli 38 anni, l’uomo ha rianimato la calcistica «Tritium», messo remi al raid remiero 1931 da Trezzo a Venezia, scritto per la «Gazzetta dello Sport» e acceso il primo cinematografo cittadino.
La licenza di proiezione passa dai discendenti Fabiano al dott. Guido de Poli: invalido di guerra che, nel 1937, destina il cinematografo a «istruzione per i premilitari, conferenze avanguardisti, manifestazioni del Fascio di Combattimento». Allora, i 126 mq della sala rettangolare sommano ai 190 posti di platea i 60 in galleria per gli spettacoli mensili, che oscillano tra 11 e 22. Nel paragone, il salone parrocchiale «della Conciliazione» («Il Portico» voluto da mons. Giuseppe Grisetti) distribuiva su 210 mq addirittura 330 spettatori in platea e 70 loggiati per un massimo di 9 proiezioni mensili più le recite.
I cugini Gino Giussani e Domenico Carcassola reggono poi il cinema «Vittoria» di via Garibaldi 2, la cui ultima licenza viene loro rilasciata per il 1957. Al giovedì proiettano persino «Lascia o Raddoppia», davanti a cui i Trezzesi fanno scricchiolare le sedie finché l’avvento della televisione e l’inaugurato cinema «Adda» in Capriate San Gervasio non spengono il «Vittoria». La sua demolizione sgombera lo spazio dell’attuale sede bancaria.
Ci andarono in molti, quel 28 ottobre 1978, al cinema «King» che apriva i battenti di via Brasca proiettando «La febbre del sabato sera». I manifesti promettevano «una modernissima sala della capacità di 850 posti, attrezzata anche per spettacoli teatrali». L’alternativa era inscriversi ai cineforum indetti dal cineteatro «Il Portico» perché avevano ormai chiuso sia il cinema «Vittoria» di Trezzo sia l’«Adda» sulla riva di Capriate.
2 Responses
Livia Alessandrini
“mute pellicole in colori nostalgia” Si sente il costante rumorino del proiettore, che parla come il film “Cinema Paradiso” … Grazie Cristian … Riaccendi tanti sogni. Ogni cinema che muore é un anello in meno, strappato dalla catena dei ricordi piu’ belli.
Cristian Bonomi
Grazie a te, Livia, per la condivisione e la comune poetica.