Via de’ Magri: risaliamo tortuosamente questa strada e la sua storia per recuperare il nome, indimenticabile e dimenticato, di una cospicua famiglia trezzese. La strada non è posta a memoria di una persona singola, come riferisce l’erroneo cartello, ma del singolare casato che si estinse col Cinquecento a favore di altri cognomi.
In «Le vie di Trezzo» (1994, II ed. 2013) Claudio Maria Tartari considera la dedicazione di via de’ Magri «un problema tortuoso come il suo stesso tracciato». E, in effetti, la dicitura offre il costato a fraintesi diversi, al punto che un moderno cartello la definisce “via A. de Magri”. Per scioglierne l’origine dobbiamo percorrere a ritroso nella storia questa strada che, congedando casa Valvassori-Bassi, si dirige verso la Valverde trezzese.
Al cadere dell’Ottocento qui abitavano Luigi Villa, carbonaio nelle cui fatiche proseguì il figlio Umberto, tre volte sindaco; Pasquale Colombo, barcaiolo e sabbionaio, patriarca della famiglia «Biloo»; poco oltre i «Culumbìn» presero il soprannome dell’antenato salumiere Pietro Colombo. Anche i fornai Pirovano detti «Buioch» e i Brambilla pollivendoli aprivano i portoni sulla fervente contrada de’ Magri, che già allora si chiamava così.
Ma dobbiamo risalire oltre nel tempo per comprendere questo battesimo stradale. Già in bilico tra Quattro e Cinquecento trezzese, alcuni cospicui casati si esaurirono definitivamente entro il secolo successivo: cognomi tonanti come Magri, Nizzola, Santi, Ulizani non ebbero più eco locale malgrado una secolare insistenza sulla zona. Sono queste le famiglie di cui i notai trezzesi Andrej compilano frequenti compravendite, attestando un patrimonio edificato nei secoli.
Degli Ulizani era rampollo il quattrocentesco poeta Bettino da Trezzo: suo cugino paterno divenne arcidiacono a Pavia; quello materno, Gaspare Santi, fu invece retore e rimatore. Giacomo Nizzola morì scultore e incisore alla corte madrilena di Filippo II. Al casato dei Magri resta ancora intitolata la via del centro storico dove forse si infittivano le loro proprietà. Quando sia più faticoso ricordare il passato, sono i muri e i toponimi a confortarci. La via de’ Magri non è posta a memoria di una persona singola, come riferisce l’erroneo cartello, ma del singolare casato che si estinse col Cinquecento a favore di altri cognomi. Trezzo si concedeva allora ad altri Trezzesi, famiglie nuove che sarebbero invecchiate tra le sue mura.
Rispondi