Giuseppe Galli: ironie in dialetto, volontariato sul serio

Giuseppe Galli “Galèt” (1933-2012), instancabile del volontariato trezzese, nel ricordo di famigliari, amici, concittadini: i proverbi in dialetto, le mani al lavoro, la parola da galantuomo ma anche le ironie più sornione. A chi lodava la sua celerità nel correre ai lavori manuali spiegava che era per scegliersi quelli più leggeri. Più che in aereo, preferiva organizzare gite in pullman attraverso l’Europa. Forse perché in aereo non si può mica cantare.
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Aquilontana 2004 – Giuseppe Galli in uno scatto di Mario Donadoni

Instancabile del volontariato trezzese, il settantanovenne Giuseppe Galli si spense alle 2.09 di martedì 4 dicembre 2012 presso l’ospedale di Vimercate. L’ultima premura la ebbe per i famigliari, rassicurandoli: «Sto bene». Quella data sta accanto al giorno di nascita, 30 marzo 1933, sulla tomba dell’uomo che i Trezzesi chiamavano «Galèt».

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Con la moglie “Mina”, in maschera per il “Povero Piero”

Attorno alla vedova Giacomina Bonfanti «Mina» e al figlio Ivano Galli si strinsero allora i soci della Pro Loco cittadina e dell’Aurora Sci, che Giuseppe guidò in tempi diversi; gli amici del PD, sotto il cui simbolo s’impegnava da quattro anni; i Trezzesi coi capelli più bianchi, che ricordano il giovane «Galèt» ai fiati del corpo bandistico; i Commercianti sempre coinvolti dal suo fare coinvolgente; i concittadini che lo seguivano avventurosamente in annuale gita per l’Europa.

Da papà Remo Galli «Murèa» e Adele Comotti «Door», Peppino nacque trezzese nel 1933 su vicolo Chiuso («Stalum»), secondo di tre figli: «Siccome al primo si usava rispetto e al terzo comprensione – diceva in impeccabile dialetto – a me che stavo in mezzo toccava la responsabilità di ogni marachella». Come il padre, che insegnava solfeggio ai principianti, vestì col fratello Domenico la divisa del corpo bandistico. All’osteria «Due Merli» di via Ermigli imparò come si soffia nel saxofono dal maestro Alfredo Cortiana.

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Vestito da Babbo Natale ai mercatini allestiti in Sala Liberty (Centrale Taccani, Trezzo)

Figlio di famiglia operaia, intanto, Peppino concludeva le scuole d’avviamento professionale su piazza Crivelli. Già coi maestri osava un’ironia che conservò intatta negli anni: a chi lodava la sua celerità nel correre ai lavori manuali spiegava che era per scegliersi quelli più leggeri. Ebbe primo stipendio alla Balducci, passando poi lattoniere alla milanese Italwanson, elettrauto a Trezzo presso Giacinto Comotti, assunto infine dalla TELETTRA.

Giuseppe Galli, il volontariato trezzese

Tentava sulla vespa escursioni verso le montagne con gli amici e la fidanzata Mina: Peppino le chiese un ballo durante una serata capriatese e le scrisse poi lettere in rima perché lo sposasse nel 1962, andandosene dopo 50 anni insieme. Ne abitò quindici con lei in via Pozzone sulla Valverde trezzese. Amava riportare l’adagio per cui, in città, i ragazzacci sono tutti da quel rione se non di vicolo Chiuso: «Se a Tress gh’è ‘n pelandrum, l’è ‘n Balverda o ‘n Stalum»; nato qui e trasferito là, il suo caso era fuori dubbio. Benché nel 1977 traslocasse in via Guarnerio, con un galletto dipinto sopra il citofono di casa e le bouganville che trapiantò in giardino dalla Liguria.

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Pepino e Mina in gita sulle nevi con la “Aurora Sci”.

Accanto al presepe, in salotto, i premi di scii stanno sopra la benemerenza insignitagli dalla Pro Loco durante la primavera 2012. Nel seminterrato campeggiano le ironiche «coppe», che significa «tegole» in dialetto, firmategli dall’Aurora Sci per gli anni 1983 e 1987: «Al nostro caro e infaticabile presidente».

Giovane atleta alla coppa di nuoto «Franco Scarioni» sull’Adda, Galli risaliva i fiumi in vespa fino alle nevi che amava sciare. Una società di sportivi trezzesi (l’Aurora Sci) nacque nel 1964, pochi mesi prima del figlio Ivano Galli che presiedette poi un club simile a Vimercate. Peppino s’accostò consigliere all’Aurora, che condusse poi fino al congedo in favore dell’impegno prolochese. Preferiva lavorare molto in un’associazione anziché poco in due.

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Volontario alla “porchettata” ProLoco
Giuseppe Galli, due volte presidente ProLoco

Non era meno vice che amico del presidente Giorgio Bareggi, pioniere della Pro Loco, quando questi si ammalò: e la malattia strinse il nodo dell’amicizia. L’uno promise di proseguire dove l’altro non poteva. Peppino fu così 2 volte alla presidenza dopo Bareggi, cui intitolò un torneo di scacchi. E, conclusi i mandati (2005), lasciò sulla tomba dell’amico una lettera di ringraziamento. Il volontariato pubblico vive di private volontà.

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Alla premiazione del torneo di scacchi “Giorgio Bareggi” col figlio di questi, Mirco (sulla porta)

«Ho trovato in Galli un uomo capace di unire persone e talenti – ha spiegato Luca Ratti, attuale presidente Pro Loco – Ricopro la carica che fu sua seguendone esempio e consiglio. Mi dispiace non potermi avvalere oltre della sua esperienza». Per diventare nonno a tempo pieno, Peppino prometteva in casa che dopo il carnevale del Povero Piero 2013 avrebbe deposto i ritrovati impegni alla Pro Loco. Non ultimo il presepe che, inaugurato nei sotterranei del castello il sabato dopo la sua dipartita, consigliò alla nipote Federica di visitare. Con lei molti hanno accolsero quel consiglio per ricordare il presidente, l’amico, il socio.

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Primo da sinistra, Pepino al teatro “Il Portico” per una premiazione
Il “Groppo Galli” attraversa l’Europa

Londra, Berlino, Amsterdam. Peppino orchestrò gite in tutta Europa con almeno 50 Trezzesi al seguito: i viandanti del «Gruppo Galli». «Tornando da ogni viaggio, ci offriva pane e salame nostrano – ricorda uno di loro – e sul tragitto non mancavano canzoni e barzellette ». All’aereo Galli preferiva il pullman. Forse perché in aereo non si può mica cantare.

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