Molti cognomi giunsero a Trezzo proprio seguendo l’Adda, nell’inattesa direzione da Nord verso Sud. Non immobili radici ma affluenti, gli antenati convergono in noi da fonti segrete.
I cognomi dei Trezzesi prima di Trezzo. Da Biglio di Valgreghentino (Lc), dove abitano dal tardo Cinquecento, tredici Zaccaria calano in città con la primavera 1809: li guida il patriarca Pietro (1751-1817), alloggiando alle cascine Portesana e San Benedetto. Qui trasferisce dal 1880 anche la famiglia di Paolino Carozzi (1840-1918), nato a Villa Paradiso di Cornate d’Adda ma discendente di contadini da Verderio Inferiore. Le fattorie di confine sono tanto permeabili alla migrazione che, a San Benedetto, nel primo Novecento abitano anche genti bergamasche come i Mojoli da Bottanuco (la “j” intervocalica è implacabile regola della grammatica ottocentesca): mettono remi alla domenica per seguire ancora la messa sulla riva sinistra dell’Adda.
Salvo il caso degli Albani «Rinaldini», trasferiti da Brembate a Trezzo nel 1632, è tuttavia rara la migrazione oltre fiume. Nel 1755 ne discende piuttosto le correnti Felice Bassani, portando a Concesa uno tra i cognomi più antichi di Paderno d’Adda. L’odierna frazione accoglie dagli ultimi anni del Cinquecento i brianzoli Cereda e Crippa («Sancét», «Bartoch»). Dallo «stallo dirimpetto alla chiesa» concesina, i massari Crippa si trasferiscono nel 1830 a Trezzo: alloggiano su via Dante e poi in piazza Crivelli, suonatori pionieri del Corpo Musicale Cittadino Parrocchiale. Da Concesa, i Cereda di cascina Bandeggiata migrano invece a Trezzo nell’autunno 1832. Gli stessi passi conta Andrea Caccia, recando il proprio cognome dalla frazione al paese nel 1584. Poco più lontano partono i Bonomi, da Oggiono (Lc) a Grezzago nel Quattrocento, e da Grezzago a Trezzo nel 1721: abitano in casa Gonzales, poi su via Dante generando stirpi diverse («Albét» di cascina Belvedere, «Papasc» della Candiana, «Paciöo» di via delle Racche e «Bugét» di San Martino).
Da Roncello a Busnago nel Seicento, i Vimercati «Giona» migrano invece alla Cascinazza trezzese entro il secolo successivo. Sul tardo Settecento raggiungono Trezzo da Busnago anche i Sala «Cucôo», già scesi dalla Brianza a Oldaniga. Ugualmente brianzoli sono i Ratti da Rogeno (Lc), nipoti di papa Pio XI e trezzesi dal matrimonio (1931) tra Rodolfo Ratti e Maria Nazzeri, il cui padre Giovanni è farmacista su via Risorgimento.
Nodi d’acqua. Soldato agli ordini del capitano Clerici, Lodovico Lancrò (1671-1731) viene trasferito lungo l’Adda da Lodi al castello di Trezzo nel 1730, diramando ampia discendenza. La famiglia abita sul rione Valverde, versandosi in varie attività: Abramo (1753) è sarto come il figlio Alessandro (1796), il cui fratello Giosuè gestisce modesta filanda nel 1847; Dionigi (1826) è oste a Pozzo d’Adda, salvo rientrare a Trezzo, dove sono calzolai il figlio Giuseppe (1860-1933) e il nipote Alessandro (1896-1956). I loro cugini indossano il soprannome «’bram» (da Abramo), impegnandosi salsamentari e su via dei Mille persino falegnami.
Dal Lambro all’Adda, il fattore Giuseppe Rolla di Vedano (Mb) è invece trezzese dal 1843. Dei suoi nati, Giovanni Battista (1844) è segretario comunale; Pietro (1847) e Giuseppe (1850) sono industriali tessili sul promontorio del castello: consigliere comunale l’uno, l’altro sindaco dal 1905. Ma anche il naviglio Martesana importa cognomi: l’orologiaio Giovanni Balzarini (1858-1937), giunge milanese da via Conservatorio alla bottega di via Jacopo; il tipografo da Inzago Francesco Crespi (1873-1947) tiene premiata attività poco oltre su piazza San Bartolomeo; il panettiere della Valverde Domenico Pirovano «Buioch» (1878-1962) da Cassina de’ Pecchi ripeteva ai nipoti di non pesarsi né guardarsi mai allo specchio; sullo stesso rione, il bottaio Luigi Villa «Sagiunée» (1872-1927) da Gorgonzola. Al lato opposto della strada, intanto, lo zio ingegnere Enrico Redaelli da Mezzago (1834-1893) acquista l’«Albergo Trezzo» perché lo gestiscano i nipoti del suo stesso cognome.
La bisaccia dei viandanti. Da Mezzago porta i propri arnesi nella borsa il ciabattino Ferdinando (1807-1869), capostipite dei Perego «Palatée» di via Dante, tra cui nasce Padre Rocco (1903-1984) missionario trezzese in Birmania; nel 1725 da Brentana di Sulbiate arriva invece Andrea Villa, dai cui discendenti carbonai su via de’ Magri nasce Umberto (1912-1962) tre volte sindaco trezzese.
Propagando i cognomi, inseguono la propria arte anche i negozianti in stoffe Luigi Vergani «Majalàcc» (1911-1977) da Busnago a via Dante e Bollani, da Monza a piazza Libertà; Pietro Carrera (1815-1904) fabbro febbraio da Basiano a via Torre; Luigi Monti (1887-1964), salumiere da Colnago a via Carcassola, il cui esercizio passa poi ai Persico discendenti di Arturo (1894-1957) da Caprino Bergamasco; Alessandro Colnago dal Cavallasco di Pozzo d’Adda, trasferito zoccolaio in città nel 1900; Vittorio Pedrali (1912-1985), rivenditore di elettrodomestici da Monza a via Santa Caterina; il ramiere idraulico Giuseppe Presezzi da Udine a via Sala, che rivestì a fine Ottocento la cupola della chiesa in Crespi d’Adda; Italo Baghetti (1900-1963), impreditore da Piano Porlezza (Co) agli stabilimenti di Trezzo; Giulio Panighetti (1882-1953), tabaccaio da Monza a via Torre; Pietro Lecchi, carrettiere da Brembate a via Dante e avo dei meccanici presso l’autofficina in via Galli (1953); da Morengo (Bg) Emilio Roncalli (1871-1945), amministratore della fornace Radaelli di San Martino; Livio Ponzoni (1918-2007) da Verderio Superiore, al seguito del padre Giovanni e dello zio Carlo, osti trezzesi «da Giuanöo» su via Santa Caterina e all’«Italia» di via Gramsci; da Sueglio (Lc), infine, gli Arnoldi aprono definitiva bottega di vetraio su via Cavour con Giuseppe (1887-1962).
Battesimi d’osteria. I soprannomi dialettali riferiscono spesso la provenienza dei cognomi: da cascina Belgiojoso di Busnago, Giuseppa Solcia è madre dei Motta «Balgius», che tenevano motofficina e concessionaria su via Vittorio Veneto; da Roncello gli altri Solcia detti «Runscialàtt»; da Cassano d’Adda i Colombo «Casanèi» poi «dala Rusa», che nel 1901 fondano Casa Vinicola tra via Fiume e via Vittorio Veneto; dalla Valpolicella i Cipriani «Verunes», ristoratori lungo l’Adda presso cascina Fodera dal 1947; dal Cantone di Bellusco i Colombo «Cantun» barcaioli e costruttori a Trezzo fin dall’Ottocento.
Ringrazio il prevosto don Alberto Cereda per avermi accordato la consultazione dell’Archivio Parrocchiale trezzese: ne è solerte custode Teresina Quadri, cui pure va la mia gratitudine. Per gentile concessione dell’arch. Luca Rolla, i due scatti d’epoca restituiscono la processione del Corpus Domini sul rione Valverde.
Rubrica apparsa sul numero 3 del Notiziario “La città di Trezzo”, Settembre 2016.
4 Responses
BONOMI MARIA TERESA
Grazie mi chiamo BONOMI e mio padre e mio nonno sono nati a Trezzo sull’Adda.Le sue ricerche mi hanno fatto scoprire un pezzo della mia storia fqmiliare. Nei nostri ricordi mi sono ritrovata della stirpe dei Bonomi “Papasc” della Candiana.
Per avere più notizie specifiche sul mio albero genealogico cosa potrei fare? Buona giornata M.Teresa
Cristian Bonomi
Buonasera Maria Teresa! Lieto di leggerla. Ha già visto questo link alla genealogia Bonomi, sul sito? Io sono di “Albét” ma abbiamo comune antenato in Francesco Bonomi. Troverà sulla pagina uno schema che riduce a capostipite i vari rami distinti da soprannome dialettale. Se ha bisogno di consulenza ulteriore, mi scriva liberamente. Con viva stima c.
http://www.ioprimadime.com/genealogia-bonomi
BONOMI MARIA TERESA
Grazie Cristian ha confermato le mie ricerche sul nome del mio trisnonno che mia zia diceva sapere solo il nome GIULIO.
mentre il mio bisnonno GIUSEPPE corrisponde tutto ma non riesco vedere bene il prospetto delle discendenza Bonomi (è scritto troppo in piccolo) sul sito genealogia-bonomi, guelfi e contadini. Non hai una copia scritta più in grande? Forse ti chiedo troppo.
Mi è nato un pro-nipote il primo Bonomi della nuova discendenza e per l’occasione volevo aggiornare e ampliare la ricerca che avevo fatto perché non si perda il ricordo e il sapere delle nostre origini.
Buona serata M.Teresa
Cristian Bonomi
Ti fa onore, Maria Teresa! I “Papasc” hanno ancora discendenza a Trezzo: credo il soprannome sia una variazione sul battesimo “Giuseppe” (“Pepin”, Papasc”). Cliccando sull’immagine, dovrebbe essere possibile leggere in migliore grandezza. Diversamente, mandami tua mail a ioprimadime@gmail.com: recupero qualche appunto in argomento. Grazie e a presto, c.