Porto d’Adda, 5 dicembre 1921: il card. Achille Ratti visita le centrali Edison del medio corso, “ammirando e benedicendo”. Le firme siglate sul libro d’onore restituiscono il profilo alto degli ospiti convenuti. Sacerdoti e ingegneri mettono così in singolare colloquio i numeri della scienza e la Parola di Dio.
L’anonima Edison compie l’assetto idroelettrico del medio Adda tra il cadere dell’Ottocento e il 1920, quando inaugura la “Guido Semenza” di Calusco d’Adda, terza tra le tre centrali della Società, dopo la “Angelo Bertini” (1898) e la “Carlo Esterle” (1914) di Porto d’Adda. La dorsale idroelettrica rifornisce l’industria e i trasporti milanesi, proprio mentre i rincari scoraggiano l’importazione di carbone dal Nord-Europa.
Da Porto, l’alta tensione giunge in città su doppia linea con isolatori ceramici Richard Ginori di tipo liscio americano e sagomato europeo, collaudati qui per sincerarne il comportamento in esercizio. Se la centrale “Bertini” sostituisce la cascina Barchetto, sbancando le vigne del versante perché le turbine godano 29 metri di caduta; la cascina Resega, già falegnameria idraulica, cede alla centrale “Esterle”. La Lombardia si sgranchisce così oltre l’economia rurale, dando disciplina idroelettrica a fiumi generosi come l’Adda.
Cultore di storia dell’elettricità, Vittorio Alberganti mi ha segnalato un libro di firme Edison, presso il museo della centrale Bertini; qui la ProLoco di Cornate ha invitato la società a esporre il pezzo, rinvenuto da alcuni tecnici. Il quaderno viene siglato da quanti presenziano negli impianti alla solenne visita dell’arcivescovo milanese Achille Ratti, che aveva del resto nipoti residenti nella vicina Trezzo sull’Adda: “Ammirando e benedicendo”, pone la sua firma in testa alle altre il 5 dicembre 1921.
Segue la sigla dell’ing. Luigi Biffi, podestà di Trezzo tra il 1935 e il 1939 (cfr. Pietro Lincoln Cadioli, Valverde, II ed. 1980 a cura di Carlo Giacomo Boisio). Luigi tiene villeggiatura sull’odierna via Adriano Sala di Trezzo, dove ancora emerge dal verde la serra porticata della casa. Biffi soffrirà la perdita del figlio Tonino, medaglia d’argento sul fronte russo nel 1943. Alla firma calcata del Biffi, si alterna quella più snella di Rosa Motta Antonione, che forse apprezza la sinuosa bellezza dell’Adda più che la sua dirompenza idroelettrica.
Moglie del celebre ing. Giacinto Motta, la donna acquista Villa Motta a Orta San Giulio, dove già l’imprenditore tessile e idroelettrico Cristoforo Benigno Crespi ha affidato la linea della sua residenza di villeggiatura (1879) all’arch. Angelo Colla; progettista per Crespi anche della facciata del cotonificio in Canonica d’Adda (1878, oggi Crespi d’Adda) e per il riordino di palazzo Crespi al civico milanese 18 di via Borgonovo (1885). La Antonione incarica Alessandro Mazzucotelli di battere artisticamente i ferri della villa di Orta. L’artigiano cura, del resto, alcune finiture simili proprio per la centrale “Esterle”: i doccioni d’angolo, di cui si conserva lo schizzo presso il Fondo Mazzucotelli alla Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli” in Milano. Il disegno non riporta la destinazione di cantiere ma la fedeltà con cui è stato eseguito a Porto d’Adda mi sembra irrefutabile.
Motta, che sigla lui pure la presenza alla giornata, è professore al Politecnico di Milano, occupandosi soprattutto di impianti telefonici ed elettrici. Per primo, studia, propone e impiega in Italia cavi telefonici sotterranei. Progetta specie le centrali idroelettriche di Valtellina per il Comune milanese, di cui è consulente tra il 1906 e il 1910; e nel 1918 viene nominato consigliere delegato della Società Edison. In questa dignità, accoglie l’arcivescovo in visita lungo l’Adda.
Oltre all’ing. Motta, firmano il libro d’onore il parroco prevosto di Trezzo sull’Adda, mons. Giuseppe Grisetti, convenuto insieme al clero locale per riverire Ratti: il sacerdote trezzese affida all’architetto eclettico Gaetano Moretti la riedificazione del campanile e i restauri della chiesa prepositurale. Don Antonio Simbardi, parroco di Busnago, tiene in tanta stima il cardinale che, quando diverrà papa col nome di Pio XI, gli donerà un autografo manzoniano (cfr. Annali Manzoniani, 1939, p. 289). Con loro, si intrattiene il curato di Porto d’Adda, don Giulio Ambrosiani, prima di siglare il quaderno degli ospiti. Ai sacerdoti, porge un saluto anche il cav. Monzini.
Ingegnere milanese, Felice Monzini q. Giovanni firma collaudi, perizie e progetti specie di manutenzione stradale per il municipio di Trezzo tra il 1876 e il 1897 (cfr. Archivio Storico Comunale). Qui inoltra invano nel 1891 un degno progetto per il complesso scolastico di piazza Crivelli (detta allora “piazza Nuova”), poi edificato ad altra firma (cfr. AAVV, La scuola elementare di Trezzo sull’Adda, 1915-2015).
Trova migliore accoglienza il suo disegno a tre navate per la nuova parrocchia di San Giorgio Martire a Cornate d’Adda, consacrata il 27 ottobre 1888. Almeno dal 1877 proprio a Porto d’Adda, località cornatese, Monzini possiede un’ampia tenuta, comprensiva di villa residenziale e rustico detto “Cascina Vecchia” (cfr. Meani E., Cenni storico-statistici sul comune di Cornate, Treviglio 1877). Il pio ingegnere dispone per testamento un lascito alla locale parrocchia di San Giuseppe (cfr. Bollettino Ufficiale del Ministero di Grazia e Giustizia, vol. 26, 1906).
Ma un tecnico ancora più raffinato pone la sua firma in calce a quella di Giacinto Motta: John William Lieb (1860-1929) tra i più innovativi ingegneri elettrotecnici che varcano l’oceano dall’America all’Europa. Su incarico di Thomas Edison, realizza nel 1883 la centrale milanese di Santa Redegonda; progettando, dieci anni dopo, la prima linea tranviaria a trazione elettrica di Milano. Altri uomini di calcolo contornano Lieb e Motta mentre l’Adda porta con sé gli echi di quelle parole.
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Ringrazio Vittorio Alberganti e Guido Stucchi per il confronto sull’argomento; Rosanna Pirola, presidente della ProLoco di Cornate d’Adda, per le foto storiche raccolte dall’Associazione, che cura l’accompagnamento turistico nelle centrali Edison.
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Per approfondire:
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